Obbligatorio aprire PARTITA IVA, cancellati tutti contratti a tempo indeterminato | Lo Stato ci obbliga a essere tutti liberi professionisti

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Partita IVA (Foto di pasita wanseng da Pixabay) - bitontotv.it

Il mondo del lavoro si fa sempre più difficoltoso: adesso devi avere per forza la Partita IVA, non puoi farne proprio a meno. 

C’era una volta il posto fisso. Poi è arrivata la flessibilità. Ora, pare che pure quella sia diventata un ricordo romantico. Sembra infatti che il contratto a tempo indeterminato stia per finire nei libri di storia, accanto alla lira e alle cabine telefoniche.

Assunzioni? A tempo indeterminato? Meglio non illudersi. L’ultima frontiera del lavoro è il “te lo apri da solo”. Colletti bianchi, freelance, “collaboratori esterni”. Cambiano i nomi, ma il finale è sempre lo stesso: apri Partita IVA e arrangiati.

È la nuova normalità, e non importa se hai trent’anni o sessanta, se sei un professionista affermato o alle prime armi. Lavorare sì, ma da indipendente. Con tutti gli oneri, e pochi vantaggi.

Le offerte parlano chiaro: nessun contratto, zero ferie pagate, niente malattia. In compenso, libertà assoluta. A patto che tu sappia gestirti tutto da solo: tasse, contributi, scadenze. Un sogno, no?

Addio contratto: devi avere per forza la Partita IVA

Il paradosso è che questo tipo di “libertà” è diventato il modello preferito da aziende e persino enti pubblici. E poco importa se vuoi mettere in pausa: una volta aperta, la Partita IVA è una porta che non si può semplicemente chiudere a chiave e riaprire quando ti pare.

Già, perché sospendere la Partita IVA, almeno formalmente, non si può, come spiega money.it. La legge italiana non prevede alcuna modalità per metterla in pausa. Se hai bisogno di fermarti – per un cambio di carriera, problemi personali, o anche solo un anno sabbatico – non esiste un “fermo momentaneo”: o chiudi, o continui a pagarne le conseguenze.

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Documenti (Foto di jacqueline macou da Pixabay) – bitontotv.it

Come cambia il mondo del lavoro

La chiusura, però, non è gratis. Va fatta comunicando tutto all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni, e comporta costi non solo economici, ma anche burocratici: se un giorno decidi di ripartire, dovrai riaprire tutto da capo. Commercialista, codice ATECO, comunicazioni. Di “temporaneo” non ha proprio nulla. E nel frattempo? Anche se non emetti fatture, la Partita IVA aperta comporta comunque obblighi: contributi previdenziali (sì, pure a vuoto), adempimenti contabili, spese minime per tenere tutto in regola. Non esiste un interruttore con scritto “torno tra sei mesi”.

Le uniche “soluzioni” sono di fatto compromessi: cambiare attività dichiarata, modificare il regime fiscale, oppure tenere tutto aperto ma inattivo, sperando che l’Agenzia delle Entrate non decida per una chiusura d’ufficio. Ma anche in quel caso, il rischio è dover giustificare tutto, dimostrando di non aver lavorato per mesi. Insomma, essere liberi professionisti oggi vuol dire essere liberi solo quando tutto va bene. Ma appena vuoi fermarti un attimo  ti accorgi che questa libertà è, in realtà, una gabbia con le pareti fatte di scadenze e moduli da compilare.