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Inutile versare contributi

Ora ti danno la pensione anche senza contributi - pexel - bitontotv.it

Non sono più importanti i contributi. Vai in pensione e guadagni una grossa indennità. Sei coperto

Dopo una vita di lavoro, sacrifici e contributi versati con regolarità, ogni lavoratore sogna il momento in cui potrà finalmente godersi la pensione.

Un traguardo spesso atteso per decenni, simbolo di sicurezza, riposo e di una nuova fase della vita da affrontare con più calma. Tuttavia, la realtà è ben più complessa di quanto si possa immaginare.

L’accesso alla pensione, infatti, non è uguale per tutti e le modalità con cui viene calcolata l’indennità variano enormemente in base a diversi fattori.

Tra questi incidono la categoria professionale, il numero e la regolarità dei contributi versati, gli anni di lavoro effettivi e le eventuali modifiche legislative che possono intervenire nel tempo.

I lavori e l’incidenza sulla pensione

Il nostro sistema previdenziale, pur volendo garantire equità e sostenibilità, si basa su regole intricate che spesso generano incertezza e dubbi tra i lavoratori. Chi ha iniziato a lavorare in giovane età e con contratti stabili ha maggiori possibilità di ottenere un trattamento pensionistico decoroso.

Al contrario, chi ha avuto percorsi più frammentati, magari alternando periodi di disoccupazione, lavoro precario o non dichiarato, rischia di trovarsi in una situazione molto meno favorevole.

Un altro aspetto determinante riguarda la tipologia di attività svolta. I dipendenti pubblici e privati hanno regimi contributivi diversi, così come i liberi professionisti, gli artigiani e i commercianti. Non va dimenticato poi il crescente numero di lavoratori autonomi o atipici, che spesso faticano a costruirsi una base previdenziale solida.

Pensioni di lusso
Tutti i lavori ti garantiscono una buona indennità – pexel – bitontotv.it

Adesso ti becchi una gran pensione con poco

Ed è proprio su questo fronte che emergono oggi nuove considerazioni. Secondo un’analisi recente esistono alcune professioni che, pur richiedendo impegno e dedizione, non garantiscono una pensione soddisfacente. Un esempio emblematico è quello delle casalinghe. Nonostante il loro ruolo fondamentale all’interno della società, le donne (ma anche gli uomini) che si occupano a tempo pieno della cura della casa e della famiglia non rientrano nei meccanismi classici del lavoro dipendente o autonomo. Di conseguenza, in molti casi non versano contributi previdenziali, o lo fanno in misura minima e saltuaria.

Questo squilibrio ha portato il governo a prevedere, anche per il 2025, un bonus destinato alle casalinghe, per incentivare la loro formazione e favorire un inserimento nel mondo del lavoro, così da permettere anche a loro di costruire un percorso pensionistico. Il bonus consiste in un contributo che può coprire spese di formazione, orientamento professionale o reinserimento lavorativo. Può essere richiesto dalle persone tra i 18 e i 67 anni, disoccupate, inoccupate o che svolgono lavori di cura familiare. L’iniziativa è legata al Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza, finanziato dallo stato.