SITO INPS, ora l’accesso è solo a pagamento, € 10 per ogni click | I cittadini sono indignati

Il logo INPS (fonte wikicommons) - bitontotv.it
Da luglio per accedere e navigare nel sito INPS dovremo pagare, non è più un gesto gratuito come dovrebbe essere. Cittadini indignati.
C’è un gesto che ormai facciamo quasi automaticamente. Apriamo una pagina web e via: dentro, a cercare il mondo. Che si tratti di controllare un bonus, scaricare un documento, o solo per curiosità, quel passaggio è diventato parte della nostra quotidianità.
Soprattutto quelle istituzionali, di uffici, enti. Poter sbrogliare documenti senza sorbirci ore di fila è stata una novità graditissima. Tutto comodo, gratuito e veloce.
Ma si sa: niente resta gratis per sempre. E quando qualcosa diventa obbligatorio, indispensabile e (peggio ancora) digitale, ecco che arriva il conto. Non salato, ma neanche simbolico. Una cifra modesta, certo, ma con un retrogusto amaro: quello del “non hai scelta”.
Da qualche giorno, infatti, accedere ai portali pubblici – quelli dove si gestiscono pensioni, bonus, tasse, salute, tipo INPS, per intenderci – potrebbe diventare un’operazione a pagamento. Vediamoci chiaro.
INPS: adesso paghi per accedere e per navigare
Parliamo dello SPID, il sistema di identità digitale che milioni di italiani utilizzano per accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione. Dal 28 luglio, come ricorda anche mistergadget.tech, molti dei provider che lo erogavano gratuitamente cominceranno a chiedere un contributo: 5, 6, anche 10 euro l’anno, a seconda dell’operatore scelto. Poca cosa? Forse. Ma obbligatoria? Sì. Ed è questo a dare fastidio.
L’ironia sta nel fatto che è proprio lo Stato ad averlo reso necessario, obbligandoci ad averlo per accedere a servizi fondamentali – dall’INPS all’Agenzia delle Entrate – per poi lasciarne la gestione a soggetti privati, che oggi possono lecitamente iniziare a farci pagare l’accesso al nostro stesso fascicolo digitale. Ed era una cosa prevedibile, perchè, come detto, niente resta gratis per sempre. E se qualcuno intravede un modo per fare soldi facili, lo userà, poco ma sicuro.
Ogni click sborsiamo dei soldi
Certo, ci sono alcune alternative. La Carta d’Identità Elettronica (CIE), ad esempio. Ma anche lì serve acquistare un lettore smart (10-20 euro su Amazon), configurarlo, imparare a usarlo… insomma, un’operazione non proprio immediata per tutti, soprattutto per chi ha già faticato a capire come funzionava lo SPID.
E mentre lo SPID viene lentamente trasformato in un abbonamento obbligatorio, si intravede già la direzione futura: tutto, dal 2026, passerà probabilmente alla CIE. Nel frattempo, però, milioni di cittadini dovranno continuare a usare (e ora pagare) un sistema che, almeno all’inizio, era nato con l’idea di “semplificare la vita”. Semplificarla, sì. Ma a pagamento.