È l’OLIO D’OLIVA che tutti comprano, ma è anche il peggiore del mercato | Come condire l’insalata con l’acqua

Olio d'oliva (Foto di neufal54 da Pixabay) - bitontotv.it
Lo metti sull’insalata ma è come usare acqua fresca: questo è l’olio d’oliva peggiore che tu possa acquistare al supermercato.
Lo mettiamo ovunque: sul pane, sull’insalata, nelle zuppe. Ci cresciamo con l’odore del soffritto e ci emozioniamo davanti a un filo d’oro che scende dalla bottiglia. L’olio d’oliva, in Italia, non è solo un ingrediente: è un culto.
E proprio per questo ci sentiamo tutti un po’ esperti. Lo scegliamo con un certo orgoglio, a volte quasi a occhi chiusi, convinti che basti la parola “extravergine” per essere al sicuro. Spoiler: non basta.
Il problema è che, dietro l’etichetta elegante e il prezzo allettante, spesso si nasconde un prodotto che ha poco a che fare con quello che pensiamo di comprare. Un olio che non ha profumo, non ha sapore, e che – diciamolo – è utile quanto un bicchiere d’acqua sul contorno.
Eppure è proprio quello che finisce più spesso nei carrelli. Perché? Perché è ovunque. È quello più visibile, più pubblicizzato, ma più vuoto. E il peggio? Lo stiamo comprando in massa, credendo di fare la scelta giusta.
Olio d’oliva: questo è il peggiore
La verità è che il buon olio d’oliva non ha bisogno di gridare per dire di essere il migliore. Sta a noi saperlo scegliere. Come? Si riconosce dal colore (verde o dorato, ma mai pallido), dal profumo intenso, dal retrogusto leggermente amaro e piccante. Sì, se non pizzica in gola, c’è qualcosa che non va.
E poi ci sono i segnali oggettivi: bottiglia scura per proteggerlo dalla luce, indicazioni precise sulla provenienza delle olive, data di imbottigliamento (non solo di scadenza) e, perché no, anche un prezzo coerente. Se costa come una bibita gassata, qualche domanda è il caso di farsela.
Impara a scegliere il meglio
Molti dei prodotti più economici in commercio spesso spacciati per “100% italiani”, sono in realtà frutto di miscele di oli provenienti da paesi diversi, raffinati e deodorati per mascherarne i difetti. Il risultato è un olio anonimo, svuotato delle sue proprietà nutrizionali e organolettiche.
Non c’è bisogno di fare nomi, ma esistono marchi noti più per il marketing che per la qualità. Se un olio viene etichettato come “extravergine” e poi venduto a meno di 4 euro al litro… siamo molto lontani dalle eccellenze del nostro territorio. Quindi il miglior consiglio è uno solo. Siate curiosi. Leggete, assaggiate, parlate con i piccoli produttori. Andate alle fiere, ai mercati locali. Un buon olio non solo fa bene alla salute, ma dà dignità a ogni piatto. E soprattutto non illudetevi con quello da supermercato che costa troppo poco. Potrebbe essere solo acqua costosa.