Non in Puglia, è a Londra che mangi le migliori orecchiette | Ce le ha portate proprio lei

Orecchiette con cime di rapa (Foto di Daniele Sgura da pexels) - bitontotv.it
Le orecchiette più buone non le trovi in Puglia ma a Londra. Da quando è partita questa donna, c’è la fila per assaggiare le sue creazioni.
Chiunque sia nato al Sud – o anche solo ci abbia messo piede una volta – sa che in Puglia il cibo non è solo cibo. È identità, memoria, gesto quotidiano che sa di famiglia. Tra mare e ulivi, ci sono mani che impastano da generazioni.
Tra le tante gemme della cucina pugliese, ce n’è una che brilla di orgoglio regionale: le orecchiette. Piccole, ruvide, con quella forma che trattiene il sugo come se fosse una dichiarazione d’amore. E guai a chiamarle semplicemente “pasta”.
Nei supermercati internazionali si trovano versioni improbabili: perfettine, tutte uguali, lisce come vetro. Ma chi ha mai visto orecchiette lucide? I tentativi di imitazione fanno sorridere, ma lasciano l’amaro in bocca. Perché la verità è semplice: certe cose, se non le fai con il cuore (e con la semola giusta), non vengono.
Eppure, in un angolo frenetico di Londra, c’è qualcuno che sta cambiando questa narrazione. E non è un grande chef stellato, ma una donna che ha preso le sue radici e le ha trasformate in un progetto fatto di amore, farina e storie. Oggi raccontiamo la sua.
Orecchiette pugliesi: le migliori le mangi a Londra
Questa è la storia di Riccardina Burdo, che, come riporta telebari.it, è nata ad Andria, e con un passato da architetto e una voce ancora dolcemente pugliese, ha portato le sue orecchiette nel cuore del Regno Unito. Dopo una lunga parentesi in Toscana, si è trasferita a Londra per stare vicina ai figli. E lì ha deciso di lasciarsi alle spalle la professione per seguire un sogno che teneva in serbo da tempo.
“Due anni fa ho consegnato il mio timbro all’Ordine degli Architetti di Siena” racconta. Quel gesto simbolico ha chiuso una porta e aperto un laboratorio: Spigadolce, il nome scelto per il suo progetto di cucina. Un omaggio ai suoi bisnonni, che trasportavano grano tra Puglia e Basilicata. E un modo per onorare una storia familiare in cui il cibo ha sempre avuto il primo posto.
Una passione che diventa arte
Oggi Dina – così si fa chiamare – insegna l’arte delle orecchiette a curiosi e appassionati di ogni nazionalità. Pasta fatta a mano, acqua e semola, niente uova, come da tradizione. A Londra tiene corsi ospitata da ristoranti amici, usa un rasaul antico, (piccolo attrezzo in ferro) appartenuto alla nonna, e racconta storie mentre impasta.
E non tornerà in Puglia. Perché, dice lei, “Londra mi piace: è un luogo dove tutte le culture si mescolano. E anche la mia, qui, ha trovato spazio e rispetto”.