NASPI: non ne hai più diritto, ormai solo in 3 la percepiscono | Lo Stato non ti vuole disoccupato

Addio Naspi (Foto: Canva) - Bitonto TV
Percepire la NASPI in Italia è diventata un’impresa impossibile: lo Stato non vuole disoccupati. Ecco cosa sta succedendo
È ufficiale: in Italia ormai quasi nessuno percepisce più la NASPI.
Sono rimasti praticamente in tre, mentre lo Stato sembra non volerti più disoccupato.
Sì, perché l’assegno di disoccupazione sta scomparendo e le regole sono cambiate senza che molti se ne accorgessero.
Ma cosa sta succedendo davvero? Non ti resta che continuare a leggere per scoprire tutto.
Scordati la NASPI, non la prende più nessuno
Ormai la NASPI, l’assegno di disoccupazione che per anni ha aiutato considerevolmente chi perdeva il lavoro, non esiste più come prima: sono rimasti in pochissimi a percepirla. Praticamente la prendono solo in tre, mentre lo Stato sembra aver deciso che non ti vuole più disoccupato. E se ti stai chiedendo se sia una provocazione, sappi che i dati parlano chiaro: tra vincoli sempre più stretti, regole complicate, obblighi di accettare qualunque impiego e controlli serrati, accedere alla NASPI è diventato quasi impossibile.
Di conseguenza, oggi chi resta senza lavoro si trova di fronte a una burocrazia che scoraggia, tagli continui e riforme silenziose che spingono verso l’unica via possibile: accettare subito un nuovo lavoro, qualsiasi esso sia, pur di non restare esclusi. Lo Stato, insomma, sembra non voler più sostenere i disoccupati ma costringerli a rientrare nel mercato a qualunque costo. Ma cosa sta davvero accadendo? Ecco tutti i dettagli che devi conoscere.
Lo Stato non vuole più disoccupati: ecco cosa sta succedendo
Facciamo chiarezza: la NASPI non viene negata, ma dal 1° gennaio 2025 ottenerla è diventato più difficile per chi cambia più lavori in poco tempo. La normativa ha infatti introdotto un nuovo requisito contributivo che si aggiunge a quelli già esistenti, con l’obiettivo di evitare abusi e garantire equità nella concessione dell’indennità di disoccupazione. Fino al 31 dicembre 2024, per accedere alla NASPI bastava “semplicemente” trovarsi in stato di disoccupazione involontaria, avere almeno 13 settimane di contributi negli ultimi quattro anni e 30 giornate lavorate nei 12 mesi precedenti la perdita del lavoro.
Questi requisiti rimangono validi, ma da quest’anno si aggiunge un altro filtro specifico: se un lavoratore viene assunto da un secondo datore di lavoro entro un anno dalla cessazione del precedente impiego e poi viene licenziato, potrà accedere alla NASPI solo se nel secondo rapporto ha maturato almeno 13 settimane di contributi. In caso contrario, non avrà diritto all’indennità, anche se possiede i requisiti considerati tradizionali.