Il borgo dove VOLANO PIATTI, ma se sei un turista ti stendono il tappeto rosso | L’ospitalità al primo posto

Il borgo (fonte wikicommons) - bitontotv.it
In Italia c’è un borgo dove puoi vedere volare i piatti – e non solo – ma dove se sei turista ti trattano benissimo.
Ci sono posti in Italia che non trovi per caso. Non ci inciampi mentre cerchi un bar. Non ci arrivi seguendo un cartello stradale sbiadito. Sono quei luoghi che ti chiamano in modo silenzioso, come fanno le cose autentiche: senza clamore, ma con forza.
E una volta arrivato in questo borgo trovi un’atmosfera strana. Silenzio da una parte, voci dall’altra. Poi colori, tanti colori, ma non quelli delle insegne moderne o delle vetrine patinate.
Eppure, non è un posto tranquillo in senso classico. Qui l’atmosfera è viva, irregolare, densa. Come se ogni cosa potesse, da un momento all’altro, prendere vita. E magari, perché no, puoi vedere anche un piatto volare. Non per rabbia, però.
Ma se sei un turista, non temere: ti senti benvenuto. Non “cliente”, non “forestiero”. Sei parte della scena, anche se sei appena arrivato. Ti parlano come se ti conoscessero, ti offrono consigli che sembrano pensati solo per te. E lo fanno con una gentilezza senza finzione. L’ospitalità è sacra. Ma dove siamo?
Il borgo dove volano piatti
Siamo nel cuore della Puglia, in un borgo dove la materia prima non è solo il cibo, ma una polvere magica chiamata argilla. Siamo a Grottaglie, la capitale della ceramica, in provincia di Taranto. E tutto quel movimento, quella confusione creativa, prende senso. Anche i piatti che volano, ma non dalla finestra, bensì nelle mani degli artigiani.
Nel Quartiere delle Ceramiche, le botteghe scavate nella roccia resistono da secoli. I maestri artigiani modellano l’argilla con gesti che sembrano parte di una danza, muovendo le mani e facendo sembrare semplice una cosa che non lo è affatto: il lavoro al tornio. E i manufatti? Vanno dal rustico all’opera d’arte. Come i “capasuni”, grandi vasi dalla forma panciuta un tempo usati nelle case contadine per conservare vino, olio e provviste e oggi utilizzati per decorare e abbellire giardini e balconi. O i “pumi”, oggetti decorativi a forma di fiore, o dei semplici piatti decorati; ogni pezzo ha un’anima.
L’ospitalità si sente
E per scoprire la storia di questa arte, fai un giro al Castello Episcopio, che nasconde un museo sorprendente: più di 400 manufatti che raccontano la storia della città, dall’uso quotidiano dei contadini ai fasti artistici delle famiglie nobili. È il passato che parla.
Qui la ceramica è ovunque, ma mai banale. È un gesto d’amore per la terra, per la tradizione e per chi arriva curioso. Quindi sì, può volare un piatto. Ma tranquilli: se siete turisti, magari ve lo regalano.