Pagati per vestirsi, se ti cambi in ufficio devono aumentarti lo STIPENDIO | La Cassazione ha deciso

Ti vesti in ufficio? Riceverai più soldi (Foto: Canva) - Bitonto TV
Importante novità: da oggi se ti vesti al lavoro, ti aspettano più soldi in busta paga. Ecco i dettagli
Essere pagati per il tempo passato a cambiarsi sul lavoro?
Sembra assurdo, ma una recente decisione della Cassazione ha stabilito che in certi casi è un diritto.
È tutto vero: da oggi quel tempo va considerato orario lavorativo.
Ma attenzione: ci sono delle condizioni precise. Vediamole insieme.
Ti cambi in ufficio? Allora da oggi puoi chiedere un aumento
Vestirsi per andare al lavoro è una routine quotidiana, ma ciò che fino a ieri sembrava scontato oggi potrebbe avere un valore economico concreto. Una recente sentenza della Cassazione ha infatti stabilito che chi si cambia sul posto di lavoro potrebbe avere diritto a un aumento dello stipendio. Incredibile ma vero. Non si tratta di un’ipotesi remota o di un’interpretazione fantasiosa: è tutto nero su bianco, deciso dai giudici più alti del nostro ordinamento.
La notizia ha già sollevato grande attenzione tra i lavoratori, soprattutto quelli impegnati in determinati reparti o settori. In tanti si chiedono: riguarda anche me? Devo fare qualcosa per ottenere questo diritto? Quanto tempo viene considerato retribuibile? E soprattutto, cosa cambia davvero da oggi? Le risposte non sono semplici e dipendono da diversi fattori. Per questo è necessario approfondire bene cosa ha deciso la Cassazione e a chi si applica davvero questa sentenza.
La verità: ecco a chi spettano più soldi in busta paga
Facciamo chiarezza. Stiamo parlando solo di una categoria ben precisa: il personale sanitario. La recente sentenza della Corte di Cassazione (ordinanza n. 12519/2025) chiarisce che se un’infermiera, un medico o qualsiasi altro operatore è obbligato a cambiarsi sul posto di lavoro, il tempo impiegato per indossare e togliere la divisa va considerato a tutti gli effetti come orario lavorativo. Non è tempo perso, ma una mansione funzionale alle esigenze igienico-sanitarie della struttura, e come tale deve essere retribuita.
Il caso nasce da una vertenza aperta da un infermiere dell’ASL TO4, che aveva richiesto il pagamento dei dieci minuti al giorno dedicati a vestizione e svestizione tra il 2018 e il 2020. Dopo aver vinto nei primi due gradi di giudizio, anche la Cassazione ha dato ragione al lavoratore, confermando che quel tempo è “eterodiretto e sistematico” – ossia richiesto e organizzato dal datore di lavoro . e quindi rientra nel lavoro effettivo. Quindi attenzione: la sentenza non vale per tutti, solo per chi si trova in condizioni simili.