Stop delle ORECCHIETTE, a rischio il simbolo della Puglia | Le massaie si rifiutano di prepararle

Addio alle orecchiette (Foto: Pexels) - Bitonto tv
Preparati a dire addio per sempre alle orecchiette: il motivo è molto più serio di quello che pensi
Qualcosa di inaspettato sta accadendo nel cuore della tradizione pugliese.
Un gesto simbolico, legato a uno dei piatti più iconici della regione, rischia di cambiare per sempre la cucina locale.
Le orecchiette, simbolo per eccellenza della Puglia, potrebbero presto sparire dalle tavole.
Ma cosa sta succedendo davvero? Continua a leggere per scoprirlo.
Addio alle orecchiette: scompaiono da tutte le tavole
In Puglia c’è un gesto che vale più di mille parole: quello delle mani esperte che, da generazioni, impastano e modellano le orecchiette. Un rito quotidiano che profuma di casa, famiglia e tradizione. Ma qualcosa sta cambiando. Nelle ultime settimane, molte massaie hanno deciso di mettere da parte tutto, interrompendo un’abitudine secolare. Una scelta che ha lasciato intere comunità sorprese e preoccupate, perché non si tratta di un semplice capriccio o di una moda passeggera.
C’è un motivo preciso dietro questo stop, una causa concreta che affonda le radici in una realtà più complessa e attuale di quanto si possa immaginare. E il rischio è serio: se la situazione non si risolve, le orecchiette – simbolo della cucina pugliese e orgoglio del patrimonio gastronomico italiano – potrebbero diventare sempre più rare, persino scomparire. Ma cosa ha spinto davvero le massaie a incrociare le braccia? Per scoprirlo passa al prossimo paragrafo.
Ecco la verità: cosa sta succedendo davvero
Facciamo chiarezza: non ci troviamo di fronte a un addio definitivo alle orecchiette, ma a un gesto forte e simbolico. Nel cuore del centro storico di Bari, dove la tradizione gastronomica incontra ogni giorno flotte di turisti, qualcosa si è incrinato. Le storiche pastaie di Bari Vecchia hanno infatti deciso di scioperare, sospendendo la produzione delle iconiche orecchiette fatte a mano. Alla base della protesta ci sono sanzioni amministrative notificate a diverse artigiane locali.
In tutto, sono stati elevati nove verbali da Polizia Locale e Guardia di Finanza: cinque per presunta occupazione abusiva di suolo pubblico, altri quattro per la vendita non autorizzata di pasta secca, che secondo le autorità non rientrerebbe nella definizione di pasta fresca artigianale. I controlli si sono concentrati in particolare sui banchi allestiti per la vendita diretta, già oggetto in passato di indagini e sequestri. Come segno di protesta, per un’intera giornata le pastaie hanno sospeso l’attività, lasciando i vicoli di Bari Vecchia insolitamente – ma niente panico, momentaneamente – silenziosi.