RIFORMA PATENTI: ora è deciso, rinnovo ogni 2 anni dal medico curante | Il Ministero stravolge tutto

Patente: cambia tutto (Foto: Canva) - Bitonto TV
Patente: da oggi devi rinnovarla ogni due anni dal medico di base. Ecco cosa sta succedendo e cosa devi sapere
La riforma delle patenti è ormai ufficiale: il rinnovo dovrà avvenire ogni due anni, direttamente dal medico di base.
Il Ministero ha approvato il provvedimento, cambiando radicalmente le regole attuali.
Una decisione che coinvolge milioni di automobilisti.
Ecco cosa cambia davvero e da quando entrerà in vigore.
Scatta la riforma delle patenti: ora si rinnova ogni due anni
Pare che sia deciso: con la nuova riforma delle patenti, il rinnovo dovrà avvenire ogni due anni, direttamente presso il medico curante. Il Ministero ha approvato il provvedimento, segnando una svolta radicale rispetto alle modalità in vigore finora. Cambia tutto: non saranno più necessari esami o visite presso strutture esterne, perché sarà il proprio medico di base a certificare l’idoneità alla guida. Un passaggio che semplifica alcune procedure, ma che introduce anche una nuova cadenza fissa e ravvicinata per tutti i rinnovi.
La misura riguarda milioni di automobilisti e coinvolge direttamente anche i medici di medicina generale, che diventano il punto di riferimento per la conferma dell’idoneità. Si tratta di un cambiamento significativo, che riscrive le regole consolidate per il rilascio e la validità del documento. Ovviamente nascono domande: tutti i titolari di patente dovranno adeguarsi a questa nuova modalità? Da quando sarà effettiva la riforma? Ecco tutti i dettagli.
Ecco cosa cambia davvero da oggi: cosa sapere
Le misure in questione non riguardano indistintamente tutti i titolari di patente, ma si applica esclusivamente agli over 80. Sono loro, infatti, a dover effettuare il rinnovo ogni due anni presso il medico monocratico, figura che può coincidere anche con il proprio medico curante. La guida, a questa età, resta un’importante espressione di autonomia, ma va di pari passo con una maggiore attenzione ai requisiti psico-fisici necessari.
La normativa attuale prevede visite biennali per accertare l’idoneità alla guida, con costi a carico dell’interessato. Il nuovo assetto non introduce pertanto un obbligo del tutto inedito, ma consolida quanto già previsto dalla legge: la frequenza dei controlli aumenta con l’età, per garantire la sicurezza di tutti. L’intervento del medico curante, in questo contesto, rappresenta una semplificazione che permette una valutazione più diretta e personalizzata. Dunque, nessuno stravolgimento totale per gli automobilisti italiani, ma un richiamo alla responsabilità, valido in particolare per chi ha superato la soglia degli ottant’anni.