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Il pesce “fresco” che mangi sulle tavole pugliesi arriva per l’80% dall’estero | Il vero paradosso della regione

Il suo consumo aumenta soprattutto in estate e la produzione regionale non riesce a stargli dietro: il paradosso pugliese.

L’estate e il caldo torrido cambiano le abitudini degli italiani, soprattutto in tavola. La scelta ricade su cibi e prodotti freschi e leggeri.

Principe della tavola è il pesce, il cui consumo aumenta in modo considerevole durante la stagione estiva. Ne sanno qualcosa i pugliesi.

Un vero e proprio paradosso quello della Regione Puglia che vede aumentare il consumo di pesce sulle sue tavole, soprattutto in questo periodo estivo, che ha grandi capacità di pesca.

Ma in qualche modo è costretta a cercare altrove quello che con le sue sole forze non riesce.

Il paradosso pugliese del pesce “fresco”

Purtroppo proprio quel pesce “fresco” che arriva sulle quelle stesse tavole, sia di casa che a pranzo o a cena al ristorante, arriverebbe non dai mari nostrani ma dall’estero.

La stima di Coldiretti Pesce Puglia fornisce un dato allarmante: almeno l’80% di quel prodotto ittico proviene da pesca in mari stranieri.

Pesce in tavola (Pixabay)-bitontotv.it

La domanda che supera l’offerta: quanto ne arriva dall’estero?

Perché succede questo? La risposta è tra le più prevedibili e ovvie. Sfortunatamente la produzione di pesce italiano sta vivendo una battuta d’arresto. Nello specifico, parlando del caso pugliese, si registra una crisi che dura da tanto, troppo tempo, almeno 30 anni. La domanda cresce ma l’offerta non basta, nonostante ci siano alcune zone di pesca molto attive al largo della Regione come quella del sud Barese, del Salento, di Manfredonia e di Molfetta. Il settore ittico pugliese è davvero rilevanti ai fini dell’economia interna, parliamo di cifre che sfiorano i 225 milioni di euro, della presenza di 1455 battelli che da sola rappresenta il 12,3 della flotta italiana. Di fronte a una richiesta così alta di pesce, una produzione interna che fa fatica a coprire questo fabbisogno, è inevitabile il ricorso all’importazione, che conta quantità davvero ingenti, che superano il miliardo di chili.

Secondo Coldiretti, questa non sarebbe solo una sproporzione ai danni della pesca nostrana, ma sarebbe anche causa del rischio di frodi alimentari direttamente sulle tavole di italiani e pugliesi, varietà di pesce scambiati per altre di migliore qualità. Purtroppo il consumatore, ingenuamente ci casca, lo porta sulla sua tavola, ma soprattutto lo mangia al ristorante. È in questi luoghi che questi inconvenienti possono capitare di più, perché nella ristorazione non esiste obbligo di indicazione della provenienza. La raccomandazione di Coldiretti è quella di leggere attentamente l’etichetta di provenienza quando si acquista del pesce e preferire quello italiano. Sono numerose le iniziative pugliesi di Campagna Amica Coldiretti che promuovono la sfida del “miglio zero” a tutela dei mari e della salute.

Amalia Allegretti

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Amalia Allegretti

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