ALLARME ALIMENTARE, uno dei piatti più amati della Puglia ti manda in necrosi il cervello

In necrosi il cervello - fonte_Canva - bitontotv.it
Uno dei piatti preferiti dai pugliesi è anche uno dei più pericolosi: scatta l’allerta alimentare, danni agli organi e al cervello.
Ci sono sapori che evocano un posto ancor prima di vederlo. Piatti che sanno di vacanza, di estate, di Sud. Profumi intensi, sapori decisi, tradizioni che passano di bocca in bocca come racconti familiari.
In Puglia, ogni piatto ha un senso. Non si cucina solo per fame, ma per appartenenza. Ogni morso ha qualcosa da dire. E d’estate, quando il sole picchia forte e le tavole si fanno più leggere, certe specialità tornano protagoniste, acclamate come star del Mediterraneo.
C’è chi arriva da lontano solo per assaggiarle. Le ordinano tutti: turisti, locali, intenditori e curiosi. Il fascino è potente, quasi ipnotico. Il problema? È proprio questo entusiasmo cieco a far abbassare la guardia.
Perché a volte ciò che adoriamo di più può diventare il nostro peggior nemico. E non si tratta di una metafora. C’è un pericolo reale che si insinua tra le portate più amate della nostra tradizione. Uno dei piatti più amati in Puglia è veramente pericoloso.
Puglia: il piatto più amato è pericoloso
In Puglia – come in gran parte del Sud del resto – il pesce crudo non è una moda. È cultura. È un rito che si ripete da generazioni: al porto, davanti a una bancarella, con la birra ghiacciata in una mano e una forchettina nell’altra. Cozze appena sgusciate, ricci di mare ancora vivi, carpacci di tonno e seppie tagliate a lama fredda. Senza troppi fronzoli. E soprattutto: senza cottura.
Ma c’è un problema che, con l’estate e i cambiamenti del mare, non può più essere ignorato. Quando le acque si scaldano troppo, cambiano le regole del gioco. E quello che per anni è sembrato innocuo – o almeno gestibile – può diventare una bomba a orologeria. Dentro un guscio di cozza può nascondersi molto più di un po’ di sabbia: può esserci un batterio capace di farti finire all’ospedale. E non è un’esagerazione.
L’allarme lanciato da non sottovalutare
Il batterio si chiama Vibrio, ma non è il nome che fa paura. Come avverte anche pazienti.it, è quello che provoca: infezioni anche gravi, a volte fulminanti, che attaccano il sistema immunitario, la pelle, il sangue, e nei casi più estremi i tessuti del cervello. In pratica: un antipasto che può rovinarti la vita. E no, non basta “averlo sempre mangiato così” per essere al sicuro.
Il punto è che le regole sono cambiate. Il mare non è più quello di vent’anni fa e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie avvisa: le ondate di calore modificano la temperatura delle acque, e dove prima c’erano solo sapori adesso ci sono anche rischi. I batteri sono diventati molto comuni nei mari europei. Non si tratta di allarmismo, ma di buon senso. Nessuno vuole vietare le cozze crude o i ricci di mare, ma sapere cosa può nascondersi dietro quel sapore di mare puro è un passo fondamentale per continuare ad amarli. Con rispetto, e con consapevolezza.