La PIZZA più buona d’Italia non la mangi a Napoli, ma a Molfetta | Tolto lo scettro alla città Partenopea

La pizza cambia patria

Nuova patria per la pizza - pexel - bitontotv.it

Inaspettato ma vero: qua si mangia la pizza più buona della penisola. Siamo nel meridione ma no, non è Napoli

La pizza è molto più di un semplice piatto, è un simbolo, un rituale collettivo, una passione che attraversa il tempo e unisce le persone. La sua storia affonda le radici in secoli lontani, quando a Napoli, tra vicoli e forni a legna, nacque la versione moderna di quella che oggi conosciamo come la pizza.

Farina, acqua, lievito, sale, pomodoro e mozzarella sono gli ingredienti di una semplicità disarmante, ma è proprio questa semplicità a renderla così universale. La pizza ha saputo trasformarsi, rinnovarsi, senza mai perdere la sua essenza. Oggi è amata ovunque, celebrata come una delle più grandi espressioni della cucina italiana.

Nel corso degli anni ha assunto mille forme. C’è la pizza napoletana, con il suo cornicione alto e soffice, cotta nel forno a legna. C’è la pizza romana, bassa e croccante, quella al taglio, quella in teglia.

Ogni città e regione l’ha reinterpretata secondo gusti e tradizioni locali, arricchendola con ingredienti del territorio o rivisitazioni gourmet. Ma anche fuori dall’Italia, la pizza è diventata un’icona.

Dalle metropoli americane alle città asiatiche, è possibile trovarne versioni più o meno fedeli all’originale, tutte però accomunate dallo stesso fascino conviviale. Perché la pizza, ovunque si trovi, riesce sempre a creare un’atmosfera di condivisione.

Pizza e tradizione

Il suo successo globale è una conferma della potenza culturale del cibo italiano. La pizza è entrata nelle case, nelle pizzerie, nei menù stellati. In certi casi è diventata persino oggetto di studio e sperimentazione, con impasti a lunga lievitazione, farine alternative e topping sempre più ricercati. Ma al di là delle mode resta un bene nazionale, un punto fermo per chiunque cerchi comfort, gusto e un tocco di italianità autentica.

Ogni regione italiana ha fatto propria questa tradizione. C’è chi resta fedele alle origini partenopee e chi osa, chi punta sulla leggerezza dell’impasto e chi sulla ricchezza degli ingredienti. Le pizzerie nascono, si evolvono, portano avanti un’arte antica con passione e creatività.

E anche le piccole realtà locali possono diventare un punto di riferimento nel panorama nazionale.

Adesso non è più napoletana
La pizza pugliese – pexel – bitontotv.it

La novità che stravolge la pizza

Lo dimostra quanto accaduto a Molfetta, dove la pizzeria Quattro Quarti ha portato un pezzo di cultura gastronomica partenopea in terra pugliese. La pizzeria è nata da un’idea chiara, cioè quella di offrire una pizza napoletana contemporanea, realizzata con prodotti eccellenti e una cura maniacale per ogni dettaglio. L’impasto, frutto di un processo di maturazione attento, è leggero e ben bilanciato, mentre gli ingredienti scelti raccontano storie di territori e tradizioni.

Il risultato è una pizza che non ha nulla da invidiare alle grandi insegne del settore. In un contesto come quello pugliese, già ricco di tradizioni culinarie proprie, la presenza di una pizzeria così attenta e ambiziosa rappresenta un ponte tra nord e sud del gusto, tra innovazione e memoria. Ancora una volta, la pizza conferma la sua capacità di parlare a tutti, adattandosi ai luoghi ma restando sempre fedele a se stessa.