Insospettabile, ma è questo il LAVORO a rischio maggiore | Ti manda letteralmente al “manicomio”

I rischi del lavoro intellettuale - pexel - bitontotv.it
Tutti pensano ai lavori fisicamente pesanti ma è questo quello che ti fa rischiare di più. Attento alla tua salute, rischi di impazzire
Lavorare è una componente centrale della vita di ciascuno, ma non sempre ci si sofferma a riflettere sui rischi che ogni mestiere comporta. In ogni settore, dal più manuale al più intellettuale, esistono infatti controindicazioni legate all’attività quotidiana.
Alcuni lavori presentano pericoli evidenti e materiali, come gli infortuni fisici in ambito edilizio o industriale, dove il rischio è costante e richiede grande attenzione alle misure di sicurezza.
Altri, apparentemente più tranquilli, celano invece insidie meno visibili ma altrettanto dannose, legate allo stress prolungato, alla postura, all’esposizione continua agli schermi o all’ambiente lavorativo stesso.
In molti casi è proprio la pressione costante, unita alla mancanza di pause adeguate, alla scarsa valorizzazione del ruolo e all’eccessivo carico mentale, a mettere in crisi l’equilibrio psico-fisico della persona.
Il pericolo di burnout
Negli uffici, ad esempio, passare otto ore davanti a un computer può generare affaticamento visivo, dolori muscolari e una generale spossatezza. Ma sono le conseguenze mentali quelle a cui si presta ancora troppo poca attenzione, nonostante siano sempre più diffuse. L’ansia da prestazione, le scadenze continue, i carichi di responsabilità e l’assenza di un riconoscimento adeguato possono logorare lentamente anche i lavoratori più resistenti.
In questo contesto, una delle sindromi più comuni nel mondo del lavoro moderno è il burnout. Un termine ormai noto anche ai non addetti ai lavori, che indica una condizione di esaurimento emotivo, fisico e mentale derivante da uno stress lavorativo cronico.
Il burnout colpisce soprattutto chi esercita professioni d’aiuto, ma può coinvolgere chiunque, portando a sintomi gravi come perdita di motivazione, cinismo, distacco dal proprio lavoro e malesseri fisici ricorrenti. Si tratta di un vero e proprio crollo, spesso sottovalutato, ma che ha un impatto fortissimo sulla qualità della vita di chi ne è vittima.
Il mestiere con più rischi
E tra le categorie più colpite da questo fenomeno c’è, in modo sempre più evidente, quella dei docenti. A quanto pare, ben l’80 per cento delle malattie professionali riconosciute nel settore scolastico sono di natura psichiatrica. L’allarme è stato lanciato da Vittorio Lodolo D’Oria, esperto di stress lavorativo in ambito scolastico, che sottolinea come la priorità debba essere finalmente la salute mentale dei docenti. Non si tratta solo di stress temporaneo, ma di un malessere che può portare a depressione, sindromi ansiose e problemi cronici, che spesso sfociano in veri e propri casi di inidoneità lavorativa.
Si evidenzia come la scuola sia diventata un ambiente ad alta tensione, tra burocrazia opprimente, gestione della classe e rapporti con le famiglie. A tutto questo si somma la scarsa attenzione istituzionale verso la prevenzione e il benessere psicologico degli insegnanti. Si parla spesso delle necessità degli studenti, ma poco di chi ogni giorno deve garantire l’istruzione in condizioni sempre più complesse. Per tutelare il sistema educativo, conclude l’esperto, non basta formare bravi insegnanti, occorre proteggerli e sostenerli, affinché possano lavorare con serenità e senza sacrificare la propria salute.