Discarica (Pixabay)-bitontotv.it
Un primo passo a tutela di ambiente e cittadinanza, per risanare una situazione che preoccupa da troppo tempo.
Le cause attuali di inquinamento dell’ambiente sono innumerevoli. Dal traffico del trasporto su gomma o aereo all’industrializzazione sfrenata, fino ai rifiuti di città sovrappopolate alla produzione.
Ma gran parte del marcio che ammala la natura proviene anche dalle attività passate indiscriminate e senza regole.
Industrie e scarichi del loro lavoro in mari, fiumi, falde acquifere, enormi discariche a cielo aperto e sotto terra.
Una simile situazione, spiacevole e alquanto preoccupante, riguarda l’ex sito della discarica di Ecoambiente della città di Bitonto, su cui da mesi le istituzioni sono a lavoro, il dibattito politico è acceso e i cittadini risultano essere molto preoccupati.
Sembra che dopo tanta attesa su questa questione molto delicata, si stia muovendo qualcosa nella direzione giusta.
Lo scopo di amministrazione e istituzioni è la tutela della salute non solo dell’ambiente ma anche dei cittadini e delle loro attività, come quella agricola.
Un passo indietro, per ritornare a marzo 2025, quando dopo un’attività di campionamento delle acque dei pozzi della zona, nel raggio di un chilometro dalla discarica, che di solito venivano usate per irrigazione o per uso domestico, un’ordinanza sindacale, la n.135/2025, ne ha vietato l’estrazione e l’utilizzo.
I dati del campionamento, venuti appunto fuori dai prelievi dell’ASL di Bari, dietro indicazione di ARPA Puglia e con la collaborazione operativa della Polizia Locale di Bitonto e quella Metropolitana, avevano portato alla luce l’inquinamento dei pozzi e la possibile dispersione di percolato.
Sebbene i tempi della burocrazia e della politica siano più dilatati, sembra essere finalmente partita la messa in sicurezza dell’area dell’ex discarica Ecoambiente, in contrada Torre d’Agera a Bitonto, un’azione che prende le mosse proprio a partire dalle operazioni di estrazione di percolato che purtroppo è stato rilevato nel sito contaminato.
Questo è solo il primo piccolo passo di un percorso di bonifica e risanamento dell’area. Politica e istituzioni, attraverso una sinergia comune, devono lavorare per il bene non solo dell’ambiente che circonda la città ma per quello della cittadinanza intera, degli operatori agricoli, che da tempo ormai guardava al sito contaminato con profonda preoccupazione.
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