Piano Olivicolo Nazionale: “Occorre rivedere la normativa sul sottocosto” | L’intervento di Sicolo presidente de Italia Olivicola

Uliveto

Uliveto (Pixabay)-bitontotv.it

Nell’elaborazione di strategie all’interno del Piano Olivicolo Nazionale, il tema del prezzo diventa centrale.

Tra le innumerevoli eccellenze del variegato panorama enogastronomico del nostro Paese c’è senza alcun dubbio, l’olio extravergine di oliva.

Conosciuto e rinomato in tutto il mondo, questo oro liquido è uno dei fiori all’occhiello della Regione Puglia.

Grandi numeri e riconoscimenti per l’olio pugliese, che nonostante tutto, vive di alcune fragilità all’interno di un mercato sempre più difficile.

Nuovi Paesi tra i competitor, la grande distribuzione che indebolisce i piccoli produttori, il clima, le malattie, i costi.

Piano Olivicolo Nazionale: un nuovo disegno per l’olio d’oliva

Come ogni altro settore, come qualsiasi altro prodotto da valorizzare e vendere, l’olio italiano necessita di certezze affinché sopravviva egli stesso e la sua filiera.

Diventa necessario per questo elaborare un piano vero e proprio che sia lungimirante e che fissi con certezza certi dati, quali condizioni e prezzi della produzione olivicola.

Olio d'oliva
Olio d’oliva (Pixabay)-bitontotv.it

L’intervento del presidente Gennaro Sicolo

A intervenire è il presidente di Italia Olivicola nonché vicepresidente di CIA Agricoltori Italiani che ha dichiarato come l’obiettivo del tavolo di lavoro attorno alle strategie da attuare nel prossimo Piano Olivicolo Nazionale, deve essere “l’ambizione di disegnare il futuro della filiera con una visione che integri obiettivi e strategie che abbiano l’orizzonte di almeno dieci anni a venire”.

Non solo pianificare il presente, ma secondo Gennaro Sicolo è fondamentale non trascurare l’urgenza di problematiche attuali come la Xylella. Da prendere in considerazione, nella programmazione strategica anche l’aspetto più commerciale, che ha come protagonista il consumatore. Secondo il presidente Sicolo seppur il modello spagnolo sia degno di imitazione, potrebbe comportare dei rischi.

Espandere le superfici olivicole condurrebbe secondo la sua opinione dichiarata a un “abbassamento dei prezzi dell’olio sotto ai costi di produzione”. Non solo un fatto di prezzo, ma come ha affermato Sicolo anche di abbandono dell’olivicoltura tradizionale che starebbe interessando proprio il Paese spagnolo. Il Piano Olivicolo Nazionale, dovrebbe quindi puntare non solo a ridisegnare le sue strategie commerciali, in concomitanza con la grande distribuzione, ma anche a rivalutare il ruolo delle OP.

Investire con finanziamenti e giusti ideali per evitare che l’olio italiano, un’eccellenza mondo “diventi un prodotto civetta”. ecco perché secondo Sicolo “occorre rivedere la normativa sul sottocosto” in un disegno che non si ferma certo a questo 2025 ma si spinge lontano negli anni a venire per il bene di una filiera che purtroppo sembra già air subito qualche duro colpo.