Caos ASSEGNO DI INCLUSIONE, bonifici partiti irregolarmente | Molti i cittadini che dovranno restituire i soldi

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I bonifici irregolari (foto di Mikhail Nilov da pexels) - bitontotv.it

Assegno di inclusione: è caos. I bonifici che non spettavano dovranno essere tutti restituiti, i cittadini sono allibiti.

Quando si parla di aiuti pubblici, soprattutto in tempi difficili come quelli che viviamo, si tocca un tema molto delicato: quello della dignità, del sostegno e dell’uguaglianza delle opportunità. Eppure, come sempre, accanto a chi ha davvero bisogno, c’è chi approfitta del sistema.

Ogni anno emergono decine di casi in cui sussidi, bonus, agevolazioni o assegni vengono erogati a chi non ne avrebbe davvero diritto. A volte per errori burocratici, altre per dichiarazioni false, altre ancora per vere e proprie truffe. Il risultato è che oltre al danno economico per le casse pubbliche, si mina la fiducia dei cittadini onesti.

L’arrivo dell’Assegno di Inclusione, che ha preso il posto del Reddito di Cittadinanza, ha cercato di correggere il tiro, con controlli più rigorosi e criteri più selettivi.

Ma nonostante le buone intenzioni, anche questo nuovo strumento sta già mostrando delle crepe. E non solo sul piano tecnico o organizzativo. Negli ultimi mesi sono emersi numerosi casi in cui i bonifici dell’Assegno di Inclusione sono partiti in modo irregolare. Cittadini che hanno ricevuto l’accredito pur non avendo i requisiti richiesti, con la conseguenza che ora molti di loro dovranno restituire quanto ricevuto.

Assegno di inclusione: bisogna restituire i soldi

Ed è proprio in questo contesto che si inserisce una vicenda emblematica, venuta alla luce a Perugia. Secondo quanto riportato da perugiatoday.it una donna di 57 anni  di origine ungherese, è finita sotto processo con l’accusa di aver dichiarato il falso per ottenere il Reddito di Cittadinanza. Nella domanda presentata all’INPS nell’agosto 2021, avrebbe dichiarato di essere in affitto, nonostante il contratto fosse scaduto nel 2018 e mai rinnovato.

Ma non è tutto. Sempre secondo le ricostruzioni della Procura, la donna avrebbe omesso di indicare il possesso di due appartamenti: uno a suo nome a Perugia e l’altro intestato alla figlia minore, situato a Corciano. Due elementi che, se dichiarati, avrebbero escluso la possibilità di accedere al sussidio.

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I soldi da restituire (Foto di johannafriebe da Pixabay) – bitontotv.it

Il caso dei bonifici irregolari

“Ha reso dichiarazioni false e attestanti cose non vere” si legge nell’atto d’accusa riportato dal sito citato, nel quale si specifica che tali informazioni sarebbero state fornite nelle “dichiarazioni sostitutive uniche acquisite all’istanza presentata telematicamente all’INPS”.

La donna è oggi imputata per aver violato le norme che regolavano il Reddito di Cittadinanza e rischia, oltre alla restituzione delle somme percepite, anche una condanna penale. Il suo caso è solo uno dei tanti che fanno emergere la necessità di controlli più efficaci e di una maggiore responsabilizzazione personale. Perché se è giusto aiutare chi ha davvero bisogno, è altrettanto doveroso evitare che la solidarietà si trasformi in furbizia. E ogni euro tolto indebitamente è un euro negato a chi ne ha davvero bisogno.