5 anni e 3 mesi è la condanna per un 43enne bitontino: maltrattamenti e violenza contro la sua ex fidanzata

Il coraggio di denunciare (Canva)-bitontotv.it
L’intervento della Polizia ha scritto la parola fine a una storia, che per fortuna non è finita come tutte le altre.
Ogni anno il numero aumenta sempre di più, non accenna mai a invertire la sua rotta, e tragicamente viene quotidianamente riportato da media e stampa.
Come un ritornello a cui quasi ci siamo abituati ma che andrebbe combattuto a tutti i costi. È il caro prezzo da pagare per il posto che la violenza occupa nelle nostre vite, senza che quasi accorgersene.
Essa è di tutti i tipi, ma tristemente è la violenza di genere che dà il meglio di sé, quando si tratta di raccontare storie e fatti che non vorremmo mai ascoltare.
Donne, mogli, compagne, fidanzate, sconosciute di passaggio, che diventano vittime predilette di predatori che hanno le sembianze di un amico, di un fidanzato, di un marito.
Violenza e maltrattamenti: l’intervento della Polizia
È come essere già nella tana del lupo e non saperlo, non riconoscerlo, oppure quando lo si fa è troppo tardi. Ma per fortuna non è sempre così, ecco perché è fondamentale denunciare a voce alta.
È così che l’intervento della Polizia, nel pomeriggio di martedì 13 maggio, a Bitonto, è stato utile per mettere fine a un’altra storia di quelle che non si vorrebbero mai più raccontare.
Denuncia e condanna di reclusione per il responsabile
Il risultato, una condanna per un 40enne bitontino, nemmeno così leggera, visto che conta almeno 5 anni e 3 mesi di reclusione, perché ritenuto responsabile di reati di maltrattamenti in famiglia e non solo. Le motivazioni dell’ordine di carcerazione, annoverano anche lesioni personali, violenza sessuale, ai danni della sua ex fidanzata e convivente tra il 2013 e 2016.
Così riportano gli atti dell’indagine. Un’indagine che prende le mosse indietro nel tempo, per via di una denuncia che proprio la vittima delle vessazioni, avrebbe presentato nel lontano 2016. Accertamenti delle Forze dell’Ordine infatti avrebbero portato alla luce un fatto risalente proprio a quell’anno.
Un incontro tra i due, quando a bordo dell’auto dell’uomo, la ragazza sarebbe stata da lui costretta a un rapporto sessuale, sotto minaccia e in un luogo appartato, in cui nessuno avrebbe potuto prestarle aiuto. Questo quanto traspare dagli atti e dalle indagini della Polizia, racconti che fanno venire la pelle d’oca e su cui sarebbe stata ora scritta la parola fine, con l’interruzione degli abusi e delle violenze.
A emettere l’ordine di esecuzione dell’arresto la Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Bari. Il responsabile è stato condotto dagli Agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Bitonto presso la Casa Circondariale di Lucera.