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Greenpeace smaschera il “make-up”

Si chiama “il trucco c’è ma non si vede” l’ultimo rapporto di Greenpeace sull’inquinamento terrestre. I protagonisti, stavolta, risultano essere i cosmetici. Rossetti, mascara e fondotinta contengono plastica in percentuali davvero preoccupanti. I marchi Lush, Maybelline, Deborah, Sephora e Wycon sono ai primi posti di una classifica poco onorevole stilata dalla ONG. I prodotti più nocivi sono, nell’ordine, il mascara (plastica presente nel 90% dei casi analizzati), i rossetti (85%) e il fondotinta (74%). Sono ben 672 i prodotti esaminati. La plastica è presente, mediamente, nel 79% dei casi. Allo stato solido (microplastiche), semisolido, liquido e persino solubile. Una mazzata ulteriore per il già delicato stato in cui versa il clima del Pianeta.

Greenpeace ha diffuso su YouTube un video, atto a far riflettere sulle conseguenze che la scarsa biodegradabilità dei prodotti in questione lascia nell’ambiente. Matteo Rovere, il regista. Greta Scarano, l’attrice. Bionike, Deborah, Kiko, Lancôme, Lush, Maybelline, Nyx, Pupa, Purobio, Sephora e Wycon sono le undici aziende che, prima che fosse noto l’esito dello studio, Greenpeace spiega di aver contattato. “Con lo scopo di fornire un quadro esaustivo che tenesse in considerazione anche il loro punto di vista”. Una sola risposta pervenuta. “La stessa Cosmetica Italia”, prosegue il comunicato dell’Organizzazione ambientalista, “non ha ritenuto opportuno rispondere al questionario proposto”.

Non una cosa da poco, aggiungiamo, se si pensa che la Divisione di Confindustria è la maggiore organizzazione di categoria in Italia. Un monito, a tal proposito, viene espresso da Giuseppe Ungherese, che risulta essere il responsabile in Italia della Campagna Inquinamento di Greenpeace. “Una vera assurdità”, afferma “, considerato che il settore dei cosmetici è da sempre il fiore all’occhiello del Made in Italy”.

Da aggiungere che i prodotti sopra descritti non rientrano, purtroppo, tra quelli per la cui produzione, dal primo gennaio 2020, è bandito l’uso della plastica sotto ogni forma. Il divieto, infatti, riguarda, si, i cosmetici, ma solo quelli di tipo esfoliante. Danno e beffa.

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